IN MEMORIAM

Giovanni Cantoni
+ 18 de Enero de 2016

Il 18 gennaio è mancato alla patria terrena Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica nel lontano 1964 e sua guida instancabile fino al 2016, allorché, colpito per due volte da ictus, rinunciò alla Reggenza dell’Associazione.
Egli era nato nel 1938, si era sposato con Sabina il 1 maggio 1965 e aveva dato vita a una famiglia esemplare, che conta ora quattro figli e 20 nipoti.
L’amore vivo per la sposa e la famiglia non gli ha impedito di compiere un servizio immenso ad Alleanza Cattolica e, per suo tramite, alla Chiesa in Italia e alla Chiesa universale.
Nel Direttorio di Alleanza Cattolica sta scritta una frase di Sant’Agostino che esprime il senso del suo apostolato: “Animam salvasti animam praedestinasti”. Il dono che tu fai agli altri rendendoti umile via di trasmissione della Grazia di Dio per convertirti a Cristo è caparra di vita eterna per te che sei generoso datore del dono.
Il segno più evidente della fede cattolica che lo animò sempre fu l’assillo verso un percorso di ininterrotta conversione, di sé e di tutti coloro che al suo magistero si avvicinavano, soprattutto i giovani che, negli anni ’60, ’70 e ’80 del secolo scorso, anelavano al ritorno forte della fede nella loro vita e nel mondo intero.
In un tempo che San Paolo VI aveva descritto come caratterizzato da un misterioso processo di “autodemolizione” della Chiesa, Cantoni fu la via scelta da Dio per ridare a molti la speranza. Il processo di “autodemolizione” si sarebbe arrestato non con proclami o contestazioni, bensì con la conversione a Cristo delle menti e dei cuori e con le opere di carità spirituale che ne sarebbero conseguite.
Con la conversione delle menti, in primo luogo. La verità sta prima nell’ordine delle essenze; il logos precede l’amore. Sant’Ignazio di Antiochia nella Lettera agli Efesini ha fissato l’ordine inalterabile delle due virtù: “La fede è il principio, l’amore il fine”. Cantoni citava nello stesso senso Sant’Agostino: “Non si ama ciò che non si conosce”.
Dunque, chi si convertiva, magari animato da un generico spiritualismo antimaterialistico, riceveva da Cantoni la preghiera – rectius: il comando – di studiare anzitutto la santa dottrina della Chiesa. Poiché, poi, l’impreparazione dei laici che si avvicinavano a lui non consentiva che attingessero direttamente alle fonti dei Padri o alla somma dottrina di San Tommaso, egli li invitava a iniziare con lo studio sistematico della dottrina sociale della Chiesa, mettendosi alla scuola del Magistero petrino.
Lo studio mai avrebbe dovuto essere gelosamente custodito per se stessi, per la propria vanagloria, bensì messo a servizio della carità spirituale. Ripeteva Cantoni, opportune et importune, che le opere di misericordia spirituale erano non meno importanti di quelle di misericordia corporale. Nel programma di ogni socio dell’Associazione era severamente impresso l’obbligo di conoscere la verità della dottrina cristiana allo scopo di diffonderla, consigliando i dubbiosi, insegnando a coloro che non sanno, combattendo anche, con pazienza e umiltà, i rappresentanti dell’ideologia comunista e, poi, di tutte le ideologie che storpiano l’antropologia cristiana, per cui l’uomo è creato da Dio a sua immagine e somiglianza, redento da Cristo, dopo il peccato.
Giovanni Cantoni, intellettuale vocato alla ricerca scientifica del più alto livello, ha speso la parte migliore della sua vita nello studio e nella diffusione del Magistero, allo scopo di consegnarlo sminuzzato a tutti coloro che, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, dal 1964 instancabilmente fino al 2013 – data dell’inizio della sua infermità – , partecipavano con lui e sotto la sua guida ad approfondire la dottrina politica e sociale della Chiesa. Nessuno tra i militanti di Alleanza può dimenticare i suoi mirabili commenti alle Encicliche Centesimus annus, Dominum et Vivificantem, Evangelium Vitae, Fides et Ratio, Sollicitudo rei socialis, Veritatis Splendor.
Egli è stato un esempio incomparabile di fedeltà alla parola data, a Dio Santissima Trinità, anzitutto, e, poi, ai soci, alle socie e agli Amici di Alleanza Cattolica. Il primo numero di Cristianità, la rivista da lui fondata, diretta e scritta in gran parte, sempre da lui attentamente controllata pur nelle minuzie editoriali, si apriva con il titolo “Preghiera, Azione, Sacrificio”. Riprendendo l’antica divisa della prima azione cattolica, egli così dichiarava:


  • Preghiera, per impetrare da Dio, attraverso la mediazione della santissima Vergine, la grazia di essere fedeli alla sua legge, sia a quella naturale che a quella rivelata, per ciò che ordina in rapporto alla sua gloria, alla nostra santificazione, e quindi all’amore del prossimo in tutti i suoi gradi e in tutte le sue forme;  
  • azione, per diffondere nella sua integrità la buona dottrina, spirituale e sociale, sostenere le cause giuste e resistere ai malvagi;
  • sacrificio, per agire con costanza e abnegazione, e per supplire con volontarie mortificazioni alle offese, sia private che pubbliche, sia individuali che sociali, fatte alla legge di Dio.
Con il ricordo della sua fedeltà alla vocazione laicale di custode e promotore della tranquillità dell’ordine sociale nella Città temporale sotto la legge di Dio rendo omaggio alla sua vita terrena impetrando per lui il suffragio della divina misericordia.


Mauro Ronco